Le imprese italiane dichiarano difficoltà di reperimento per oltre 252mila assunzioni. In un mondo in cui il capitale umano è un bene scarso, diventa cruciale valorizzare ogni lavoratore e metterlo nelle condizioni per essere un valore aggiunto per l'impresa.
Cosa succede al nostro bel Paese?
C’è un dato, pubblicato recentemente dall’Istat, che sintetizza meglio di tante parole il mondo del lavoro italiano e le sfide che abbiamo davanti: a luglio 2023 i lavoratori occupati tra i 15 e i 34 anni erano appena 5,3 milioni, contro i 7,7 milioni del luglio 2004 (primo anno di rilevazione di questo dato); specularmente, il numero degli over 50 a luglio 2023 erano 9,4 milioni, a fronte dei 4,8 milioni dello stesso mese del 2004. La causa primaria di questo tremendo rovesciamento negli equilibri della forza lavoro è nota ed evidente: l’invecchiamento della popolazione determinato dal calo demografico e dall’aumento dell’aspettativa di vita, che hanno spinto nel corso degli ultimi decenni il graduale innalzamento dell’età minima per il pensionamento e con essa un ulteriore aumento dell’età media della forza lavoro.
Per il sistema produttivo italiano, una forza lavoro più anziana comporta più rischi e fragilità: l’obsolescenza tecnologica, digitale e professionale, le mutate e maggiori esigenze di protezione sociale, la perdita di potenziale creatività e produttività, la mancanza cronica di lavoratori in comparti che richiedono strutturalmente personale giovane e in migliori condizioni fisiche. Viviamo in una società nella quale, paradossalmente, più che i posti di lavoro (sono 531mila i lavoratori ricercati dalle imprese a settembre 2023, fonte Bollettino del Sistema informativo Excelsior), mancano i lavoratori (ci sono grandi difficolta di reperimento per oltre 252.000 assunzioni).
In un mondo in cui il capitale umano diventa un bene scarso, diventa cruciale valorizzare ogni lavoratore e metterlo nelle condizioni di essere sempre un valore aggiunto per l’impresa. Chi si occupa professionalmente di formazione e di servizi per il lavoro ha allora una responsabilità enorme: promuovere ed accrescere la formazione continua dei lavoratori come condizione esistenziale per proteggere le competenze di questi ultimi e le imprese dalla competizione internazionale e dalla nuove prospettive dell’intelligenza artificiale; favorire l’incontro in tempo reale dell’offerta di lavoro con una domanda sempre più segmentata e specialistica; stimolare l’innovazione, la creatività e la creazione di nuovo valore da parte dei singoli lavoratori e delle organizzazioni complesse.
È un compito che nessuna agenzia, nessuna impresa e nessun professionista, può realizzare da solo. È uno sforzo comune, che ha anzitutto bisogno di istituzioni pubbliche consapevoli che ogni euro investito in formazione e in politiche attive del lavoro è un euro investito nel futuro del Paese, oltre che di imprese che sappiano trovare un buon equilibrio tra le loro esigenze finanziarie di breve periodo e la loro competitività nel medio lungo termine.
Promuovere una consapevolezza comune e diffusa sull’importanza di investire sul valore delle persone, dei lavoratori e dei loro talenti, è la ragione per cui nasce questo blog. Diffonderemo notizie e informazioni utili, ma proveremo anche a stimolare riflessioni e confronti tra opinioni diverse e plurali. Non sarà un modo per parlare di noi ai nostri clienti attuali e potenziali, ma un nostro contributo al loro impegno nella costruzione di un futuro lavorativo più sostenibile e prospero per tutti.