Il Fondo Nuove Competenze (anche FNC) nasce nel 2020 per contrastare gli effetti economici dell’epidemia causata dal Covid-19. È un fondo pubblico cofinanziato dal Fondo sociale europeo e gestito dall’Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro (ANPAL), ente vigilato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Il Fondo Nuove Competenze permette alle imprese di adeguare le competenze dei lavoratori, destinando parte dell’orario alla formazione. Questa opportunità ha sin da subito permesso alle imprese di sostenere l’ormai indispensabile organizzazione di modelli produttivi innovativi, in risposta alle numerose sfide del futuro. Nello specifico, ha permesso a imprese di qualsiasi settore di realizzare percorsi di upskilling e reskilling per i lavoratori. Il Fondo, infatti, riconosce un contributo finanziario in favore di tutti i datori di lavoro privati che abbiano stipulato accordi collettivi di rimodulazione dell'orario di lavoro, per i quali le ore in riduzione dell’orario di lavoro sono destinate a percorsi di sviluppo delle competenze dei lavoratori. In sostanza l’azienda, non solo non paga la formazione, ma riceve anche un rimborso per coprire il costo delle ore di lavoro “perse” perché destinate alla frequenza dei percorsi di sviluppo delle competenze da parte dei propri dipendenti (inclusi i contributi previdenziali e assistenziali).
Tali percorsi formativi possono essere erogati da enti accreditati a livello regionale o nazionale, ovvero altri soggetti, anche privati, che per statuto o istituzionalmente svolgono attività di formazione, ivi comprese le università statali e le non statali legalmente riconosciute, gli istituti di istruzione secondaria di secondo grado, i Centri per l'Istruzione per Adulti (CPIA), gli Istituti Tecnici Superiori (I.T.S.), i centri di ricerca accreditati dal Ministero dell’Istruzione, anche in forma organizzata in reti di partenariato territoriali o settoriali che, al termine del percorso, devono attestare competenze acquisite.
L’obiettivo iniziale era sostenere aziende e lavoratori nella fase post pandemia da Covid, attraverso lo sviluppo di competenze e una formazione mirata alla persona, soddisfacendo i fabbisogni emergenti delle imprese.
Dal 2020 ad oggi, questa manovra è stata oggetto di due pubblici avvisi, oggi si aspetta, secondo gli ultimi aggiornamenti, il lancio anche della terza edizione entro la fine del 2024, con una dotazione prevista di circa 800 milioni di euro.
Negli anni e tra le due edizioni, il Fondo ha subito però diverse modifiche.
La prima ha riguardato l’importo del finanziamento. Infatti, il Fondo rimborsa il costo delle ore di lavoro destinate alla frequenza dei percorsi di formazione da parte dei dipendenti. Se nella prima edizione l’avviso prevedeva il rimborso totale delle quote di retribuzione e contribuzione oraria, nella seconda, invece, è stato previsto il rimborso totale della sola quota contributiva, mentre il rimborso di quella retributiva scende al 60%.
Altra modifica riguarda il numero delle ore di formazione: nella prima edizione il numero massimo di ore di formazione previste per lavoratore era di 250 per lavoratore, nella seconda edizione è stato previsto un numero minimo di 40 e un massimo di 200.
Infine, la differenza principale, è stato stata il coinvolgimento, nella seconda edizione, dei Fondi Interprofessionali. La partecipazione dei Fondi è stata prevista per garantire, da un lato, un maggiore e più efficiente monitoraggio dell’intervento formativo e dall’altro, per consentire il finanziamento anche delle attività di docenza.
Gli interventi sono rivolti quasi integralmente a sostenere le imprese e i lavoratori ad affrontare i cambiamenti connessi alla doppia transizione digitale ed ecologica.
Secondo gli ultimi dati di monitoraggio Anpal, nel primo e secondo avviso sono state impegnate, rispettivamente, risorse per più di un miliardo di euro. Nella prima edizione, sono state finanziate e approvate più di 12 mila domande da parte delle imprese e hanno partecipato alle attività formative più di 600 mila lavoratori. Numeri importanti che hanno visto negli anni una forte crescita e interesse per il Fondo Nuove Competenze, e di conseguenza, la sua relativa conferma.
Non possiamo non ammettere che il Fondo Nuove Competenze rappresenta una importante opportunità per le aziende e il sistema Italia, perché consente di investire ancor di più sul capitale umano, così da potersi adattare e adeguare alle imminenti nuove sfide e opportunità del futuro. Le aziende italiane, attraverso questa progettualità, devono individuare le competenze più richieste dal mercato del lavoro, in modo tale da strutturare, di conseguenza, programmi realmente formativi e partecipati dai lavoratori per essere fortemente competitivi sul mercato europeo e mondiale.
Per il 2024, a rifinanziare il FNC è stata la Legge di Bilancio 2024 con un tesoretto da 1 miliardo di euro, riconducibili alle risorse dell’iniziativa REACT-EU, affluite al Programma Operativo Nazionale Sistemi di Politiche Attive per l’Occupazione (PON SPAO).