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Il 2023 è l'anno europeo delle competenze

Agenzia per il lavoro

Anno europeo delle competenze: il punto sulla certificazione

04 ott 2023

Il 2023 è l'anno europeo delle competenze. A che punto siamo con il processo di certificazione?   Attraverso una road map, ripercorriamo le tappe normative che regolano la certificazione delle competenze, sino a giungere alle attuali sfide della sua reale applicabilità.

Anno europeo delle competenze 2023

Una forza lavoro dotata delle competenze richieste contribuisce alla crescita sostenibile, accresce l'innovazione e migliora la competitività delle imprese. L'Anno europeo delle competenze 2023 aiuterà le aziende, in particolare le piccole e medie imprese, a far fronte al fabbisogno di competenze dell'UE. Promuoverà la tendenza alla riqualificazione e all'aggiornamento delle competenze, affinché ognuno possa ottenere le competenze giuste per posti di lavoro di qualità.”
È questa la convinzione e l’auspicio della Commissione Europea che ha deciso di intitolare l’anno in corso alle competenze, promuovendo - in collaborazione con il Parlamento europeo, gli Stati membri dell'UE, i servizi per l'impiego, le camere di commercio e industria, gli erogatori di istruzione e formazione, i lavoratori e le imprese - un cospicuo pacchetto di investimenti e misure da destinarsi alla formazione.

Attualmente, infatti, più di tre quarti delle imprese dell'UE dichiarano di avere difficoltà a trovare lavoratori con le competenze necessarie, mentre solo il 37% degli adulti intraprende regolarmente attività di formazione.

“Promuovere le competenze”, in primis quelle green e digitali, significa non solo far sì che queste vengano acquisite dai lavoratori in contesti di formazione continua, ma anche che siano rese trasparenti e spendibili attraverso idonei sistemi di attestazione e certificazione, favorendone così la reale spendibilità sul mercato del lavoro e l’occupabilità stessa dei lavoratori.

A partire dal 2013, in Italia, si sono succeduti una serie di decreti che hanno determinato la titolarità e la modalità per certificare le competenze che gli individui acquisiscono nel corso della propria storia professionale, scolastica e di vita, affinché siano trasparenti e spendibili.

Questi decreti hanno anche definito un quadro di riferimento della certificazione a livello nazionale: il QNQ, Quadro Nazionale delle Qualifiche, declinato poi all’interno di singoli Repertori Regionali. Il QNQ raccoglie tutte le qualifiche professionali cui è possibile ricondurre le capacità e conoscenze possedute da ciascun individuo, affinché risultino riconoscibili - quindi spendibili - in qualunque contesto, a livello nazionale.

Noi di Skills, operando nell’ambito della formazione continua, abbiamo seguito con attenzione tutti i cambiamenti che sono intervenuti nel corso degli anni, e ne abbiamo realizzato una sintesi che rappresenta il frame all’interno del quale quotidianamente rispondiamo alle istanze dei nostri clienti in tema di “certificabilità”.

 

Certificazione delle competenze: dalle origini ai giorni nostri

Proviamo a disegnare una road map che ci permetta di visualizzare il percorso fatto dal legislatore in questi anni in maniera puntuale ma, allo stesso tempo, sintetica:

  1. La legge n. 92 del 28 giugno 2012, recante "Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita", delega il governo alla definizione delle norme generali e dei livelli essenziali delle prestazioni per l’individuazione e validazione degli apprendimenti acquisiti in contesti non formali e informali, con riferimento al sistema nazionale di certificazione delle competenze e ne stabilisce i criteri e principi direttivi. I co. 64-68 dello stesso articolo disegnano il sistema pubblico nazionale di certificazione delle competenze.

  2. Con la Conferenza Stato Regioni del 20 dicembre 2012 viene sancito l’Accordo sulla referenziazione del sistema italiano delle qualificazioni al quadro europeo delle qualifiche per l'apprendimento permanente (EQF) di cui alla Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile 2008; e si realizza sia l’intesa riguardante le politiche per l'apprendimento permanente, sia l’Accordo tra il Governo, le Regioni e gli Enti locali concernente la definizione del sistema nazionale sull'orientamento permanente.

  3. Il Decreto interministeriale del 13 febbraio 2013 del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali di concerto con il Ministro dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca recepisce Intesa e Accordo succitati mentre il lgs n. 13 del 16 gennaio 2013 reca "Definizione delle norme generali e dei livelli essenziali delle prestazioni per l'individuazione e validazione degli apprendimenti non formali e informali e degli standard minimi di servizio del sistema nazionale di certificazione delle competenze". Il decreto si articola in due linee di intervento prioritarie: a) la costituzione del repertorio nazionale dei titoli di istruzione e formazione e delle qualificazioni professionali; b) la definizione degli standard minimi del servizio del sistema nazionale di certificazione delle competenze (di processo, di attestazione, di sistema).

  4. Il lgs. 20 luglio 2015 recepisce l'intesa in Conferenza Stato-Regioni del 22 gennaio 2015 e definisce il quadro operativo per il riconoscimento a livello nazionale delle qualificazioni regionali e delle relative competenze nell'ambito del repertorio nazionale dei titoli di istruzione e formazione e delle qualificazioni professionali.

    Il quadro nazionale delle qualificazioni ha una doppia finalità:

    - sia quello di raccordare il sistema italiano con quello di tutti gli altri Paesi europei;

    - sia quello di rappresentare un sistema di governance delle qualificazioni volto a favorire quei processi di trasparenza, spendibilità e portabilità delle competenze all’interno del Sistema Nazionale di Certificazione delle Competenze.

  • Il Decreto 8 gennaio 2018 “Istituzione del Quadro nazionale delle qualificazioni rilasciate nell'ambito del Sistema nazionale di certificazione delle competenze di cui al decreto legislativo 16 gennaio 2013, n. 13”, che istituisce il QNQ quale strumento di descrizione e classificazione delle qualificazioni  rilasciate nell'ambito del Sistema nazionale di certificazione delle competenze di cui al decreto legislativo 16 gennaio 2013, n. 13.

  • ​Il Decreto 5 gennaio 2021 che definisce le Linee guida che rendono finalmente operativo il Sistema nazionale di certificazione delle competenze (Legge 28 giugno 2012, n. 92 e Decreto legislativo 16 gennaio 2013, n. 13), inserendosi nell'ambito del più ampio processo nazionale per il diritto individuale all'apprendimento permanente. In tale contesto il riconoscimento e la certificazione delle competenze, acquisite dall'individuo in contesti formali, non formali e informali, insieme alla realizzazione di reti territoriali e alla realizzazione della dorsale informativa unica mediante l'interoperabilità delle banche dati centrali e territoriali esistenti, sono determinanti per favorire e sostenere un concreto incremento della partecipazione delle persone alla formazione, nonché una spendibilità delle competenze acquisite anche in contesti informali e non formali all'interno del mercato del lavoro.

 

Certificare le competenze: dalla normativa alla pratica

L’ultimo decreto nazionale in tema di Certificazione delle Competenze (del 05 gennaio 2021) stabiliva che, entro i successivi 24 mesi, tutte le Regioni avrebbero dovuto adeguarsi per attivare i servizi di Individuazione, Validazione e Certificazione delle Competenze, ossia quei servizi che rendono possibile l’effettivo riconoscimento, da terzi, delle competenze possedute dai lavoratori, acquisite anche in contesti di formazione non formale e informale.

Tuttavia, tale termine di adeguamento non è stato rispettato in tutte le Regioni, con un quadro nazionale che si presenta tutt’oggi molto variegato e diversificato rispetto, non solo alle modalità di erogazione del servizio, ma anche in relazione alla sua concreta attuazione.

In tale contesto, noi di Skills, operando su tutto il territorio nazionale e dunque in Regioni con sistemi differenti, attivati o in via di attivazione, siamo fortemente coinvolti nell’implementazione di una formazione continua che sia, non solo in grado di fornire effettivamente ai lavoratori competenze all’avanguardia, richieste dal mercato del lavoro, ma anche di fornire ai lavoratori attestazioni di competenze che siano sempre e comunque trasparenti e spendibili, nel rispetto delle diverse normative regionali, o, in mancanza di esse, coerenti e in linea con gli orientamenti e i requisiti della normativa nazionale; in tal modo, noi di Skills, riusciamo comunque a garantire delle attestazioni trasparenti e spendibili, funzionali ad essere prese in carico dai sistemi regionali di IVC, non appena le Regioni che non lo hanno già fatto, li attiveranno.

La sfida, per noi, si traduce nello sviluppo di una procedura di progettazione per abilità e conoscenze che, a partire dalla presa in carico degli apprendimenti pregressi dei partecipanti e dalla messa in trasparenza delle competenze possedute, consente di effettuare una microprogettazione degli obiettivi di apprendimento in ottica di riconoscibilità, superando la logica di un generico traguardo di apprendimento, per giungere a un obiettivo specifico di apprendimento sartorialmente disegnato sulle esigenze aziendali e personali, pur sempre ricondotto ad uno standard di riferimento all’interno del QNQ e dei Repertori Regionali di riferimento.

Sempre più spesso, inoltre, noi di Skills, affianchiamo all’utilizzo del QNQ per la referenziazione dei risultati dell’apprendimento della formazione erogata, anche i quadri comunitari delle competenze, come il Dig.Comp.2.2, l’E-Competence Framework 3.0 e il quadro ESCO, maggiormente aggiornati del QNQ rispetto soprattutto alle competenze digitali e green, e in modo da rispondere anche agli obiettivi di sviluppo anche di un mercato europeo del lavoro.

 

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