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Formazione: generazioni a confronto

08 feb 2024

Ovunque sono presenti riferimenti alle generazioni culturali che hanno caratterizzato l’ultimo secolo. Tutti sembrano saperne e ogni contesto è quello adatto per sfoggiare uno slang giovane. Ma davvero ne sappiamo così tanto?

"Focusare, le pàre, flexare"

Io sono una millennial e queste parole appartengono ad una lingua a me sconosciuta, almeno lo erano fino a qualche tempo fa.

Sono, invece, solo alcune terminologie utilizzate comunemente dalla Gen Z. L’incontro con questi giovanissimi mi ha costretta ad immergermi rapidamente all’interno di uno slang totalmente nuovo e a studiare una vera e propria lingua. O così o “ciao, boomer”.

Un momento. Per chi si sente in difficoltà con i concetti di boomer, Gen X, Millennials o Gen Y, Gen Z e Gen Alpha, arrivo in soccorso.

Partiamo dall’inizio. Diverse e autorevoli fonti, tra cui l’ISTAT, hanno identificato 6 generazioni definite temporalmente dagli anni 20 del ‘900 ad oggi. Ogni generazione è definita, quindi, da un contesto temporale, valoriale e culturale specifico. È qui che si formano le credenze di coorte. Annotate questa locuzione, ne parleremo con calma successivamente.

La Silent Generation nasce tra il 1928 e il 1945. La generazione silenziosa è quella dei nostri bisnonni e dei nostri nonni. Ha visto grandi guerre e grandi collassi finanziari. Ha tra i suoi maggiori esponenti Martin Luther King JR. I valori che caratterizzano questa generazione sono la disciplina, la parsimonia, il duro lavoro.

I Baby Boomers nascono tra il 1946 e il 1964. I figli del dopoguerra, numerosi. Numerosissimi. È la generazione nata nella prosperità e nelle opportunità alla portata di tutti. Ha sentito il bisogno di dare una virata ai valori conservatori precedenti e di muoversi verso nuovi diritti civili. Lady D ne è una degli esempi più rappresentativi.

La Generation X nasce tra il 1965 e il 1980. È la generazione della transizione: figlia dell’abbondanza e genitrice della precarietà. Il livello culturale e accademico è più elevato rispetto alle generazioni precedenti e c’è maggiore specializzazione. Non è un caso che a questa generazione appartengano diversi imprenditori, come Elon Musk, e menti illuminate, come Michela Murgia.

I Millennials o Generation Y nascono tra il 1981 e il 1996. È la prima generazione immersa quasi totalmente nella tecnologia e che si trova a familiarizzare con Internet. Le richieste del mondo del lavoro cambiano, così come l’esplorazione di nuove culture e nuove prospettive divengono alla portata di molti. La realizzazione personale passa attraverso la realizzazione professionale in modo prioritario. Tra le personalità che spiccano di più, in questa fascia generazionale, vi è ad esempio Mark Zuckerberg.

La Generation Z nasce tra il 1997 e il 2012. I primi veri nativi digitali. Il mondo analogico lo conoscono per sentito dire e non sanno che il telefono un tempo aveva un filo e serviva solo per fare telefonate. Hanno vissuto una pandemia con meno strumenti rispetto alle generazioni precedenti. Si sono visti deprivati di contatti con la realtà, acuendo ancora di più il senso di alienazione. Ciò che, però, li avvantaggia rispetto alle generazioni precedenti è il credere fortemente nei loro sogni; avere una spiccata intelligenza emotiva e una singolare attenzione ai temi sociali, che dovrebbero interessare tutti noi. Una delle personalità maggiormente rappresentative è Greta Thunberg.

La Generation Alpha nasce nel 2013 fino ad arrivare ad oggi. Ci verrà raccontata dai posteri. Molto probabilmente sarà la generazione abituata a vivere con l’AI nel quotidiano e che abbandonerà molte delle visioni che attualmente riteniamo inclusive e all’avanguardia. Una esponente, già di spicco, di questa nuova era è la Principessa Charlotte d’Inghilterra.

Fonti:

  • thefinancialbrand.com
  • www.geopop.it
  • Istat.it
  • www.indeed.com/career-advice/career-development - www.istitutobeck.com

Scritto da

Maria Giovanna Martorelli
Maria Giovanna Martorelli

Il mio biglietto da visita dice: psicologa, formatrice, hr consultant. Queste tre identità mi rappresentano tutte in modo equo. Infatti, la mia formazione come psicologa ha preso due diramazioni: clinica e lavoro.

Come esperta in area clinica mi occupo di adulti con un approccio cognitivo comportamentale. Nella mia attività di psicologa in regime di libera professione, ogni giorno tratto psicopatologie organiche e non, traumi complessi, problemi relazionali.

Come esperta in area lavoro mi relaziono sia con privati che con aziende. Per quanto riguarda i primi, le principali attività sono l'orientamento e il coaching professionale oltre al mentoring. Per le seconde, mi occupo sia della selezione e gestione delle risorse umane sia della progettazione ed erogazione della formazione.

Tra le realtà che ho seguito con successo, in veste di consulente, vi sono startup del comparto IT, enti sportivi di rilievo nazionale, attività imprenditoriali locali.

Quello che amo di più del mio lavoro sono la continua necessità di formarmi e la possibilità di coltivare nel tempo le relazioni. E, dato che la formazione è tra i miei valori personali e le relazioni sono il motore del mondo, faccio un lavoro decisamente edificante.

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