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IA e futuro del lavoro: un commento ai dati dell’Eurobarometro

Scritto da Pier Camillo Falasca | 24/02/25 11.08

L’Intelligenza Artificiale e le tecnologie digitali avanzate stanno rivoluzionando il mondo del lavoro, accelerando l’automazione e trasformando le competenze richieste. Questo cambiamento solleva interrogativi cruciali sul futuro dell’occupazione. L’indagine "Artificial Intelligence and the Future of Work" (Special Eurobarometer 554) fornisce un quadro chiaro della situazione in Italia rispetto al resto dell’Europa, evidenziando opportunità e timori.

Già a un primo sguardo emergono differenze significative. In Italia, il 62% degli intervistati vede positivamente le tecnologie digitali, un dato solo leggermente inferiore alla media UE del 65%. Questo divario, seppur contenuto, riflette un atteggiamento di cauto ottimismo, che si riflette anche nel fatto che il 66% dei lavoratori italiani si sente preparato a utilizzare tecnologie avanzate nel proprio ruolo, pressoché in linea con la media del 70% tra i colleghi europei. Sul fronte dell’automazione, il 59% degli italiani apprezza l’uso di robot e IA nel lavoro, contro il 62% della media europea.

Tuttavia, il 71% teme che l’IA elimini più posti di lavoro di quanti ne crei, un dato di poco superiore alla media UE del 66%: numeri importanti che segnalano un’ansia diffusa in tutto il Continente per la stabilità occupazionale e particolarmente spiccata in Italia.

Un nodo critico è la trasparenza nell’uso dell’IA da parte delle aziende. Solo il 58% dei lavoratori italiani è informato sull’impiego di IA per la gestione del personale, contro il 62% della media UE. Ancora più preoccupante è il dato sulla privacy: il 48% dichiara di non aver ricevuto informazioni chiare sul trattamento dei propri dati, segnalando una lacuna importante nella comunicazione aziendale.

Regole e tutele sono al centro del dibattito. Oltre il 70% degli italiani chiede norme stringenti per la protezione della privacy e un uso responsabile dell’IA nei processi di selezione e valutazione. Più del 75% auspica limiti alle decisioni completamente automatizzate, a dimostrazione della necessità di un equilibrio tra progresso tecnologico e diritti dei lavoratori.

Questi dati delineano insomma una tensione tra innovazione e incertezza nelle sensibilità dei lavoratori. L’Italia si muove pressoché in sintonia con l’Europa, ma con un’accentuata preoccupazione per la sicurezza lavorativa e una forte richiesta di maggiore trasparenza.

Per trasformare il timore in fiducia, è essenziale investire nella formazione continua e rafforzare il dialogo tra aziende e dipendenti, per evitare che l’adozione di processi di IA sia vissuto come uno shock, un sopruso o un abuso.

Il successo dell’IA nel mondo del lavoro dipenderà infatti dalla capacità di bilanciare progresso (a cui tutti, lavoratori inclusi, sembrano interessati) e tutela dei diritti. Aggiornamento professionale, informazione chiara e coinvolgimento nei processi decisionali sono le chiavi per un’adozione etica e sostenibile dell’Intelligenza Artificiale. Con Skills e il gruppo Enzima12, noi crediamo che solide competenze digitali e una consapevolezza critica sull’IA siano il miglior punto di partenza per affrontare con successo questa trasformazione epocale.