Per affrontare efficacemente la transizione verde e digitale, l’Unione Europa ha delineato alcune azioni prioritarie.
Il Percorso UE verso il decennio digitale configura la digitalizzazione dei servizi pubblici come uno dei punti da raggiungere entro il 2030. Tra gli obiettivi è previsto che il 100% dei servizi pubblici sia disponibile online per cittadini e imprese.
In questo scenario, nel 2022 l’Italia si colloca al diciannovesimo posto nell’UE per quanto riguarda i servizi pubblici digitali, e dai dati del Digital Decade Country Report del 2023 si evince come il nostro Paese ha compiuto notevoli progressi in termini di infrastrutture, ma si colloca comunque al di sotto della media UE per quanto riguarda le competenze digitali e alcuni aspetti della digitalizzazione dei servizi pubblici.
Alla luce di tali problematiche, originarie di un lontano passato, l’Italia ha risposto utilizzando e impegnando risorse europee, per la formazione dei propri dipendenti pubblici. Gli obiettivi del decennio digitale sono stati perseguiti attraverso la Strategia per le competenze digitali con risorse in gran parte derivate dalle azioni previste all’interno del PNRR. Il riconoscimento della centralità della formazione per la valorizzazione del personale della Pubblica amministrazione è stato altresì oggetto della Direttiva adottata dal Ministro della PA (marzo 2023) in occasione del lancio di Syllabus, il portale della formazione del capitale umano della PA per le competenze digitali.
Tuttavia, ad oggi e in attesa di nuove e recenti valutazioni sulla formazione della PA, possiamo notare all’interno della seconda edizione dell’Indagine Analisi dell’offerta formativa erogata dalle pubbliche amministrazioni (INDACO-PA) che il tasso di partecipazione ai corsi di formazione sul totale del personale in servizio presso le amministrazioni italiane è pari a poco più della metà (54,7%).
Questi dati dimostrano da una parte che ancora tanto si può e si deve fare per la formazione del personale all’interno della Pubblica Amministrazione, perché formare e investire in formazione produce risultati e vantaggi a favore dei cittadini e del Paese, dall’altra, invece, che qualcosa si muove per formare il personale pubblico, come l’esperienza Syllabus.
La vera sfida oggi è quella di correre, anche con risorse nazionali, per rispondere alle tante sfide digitali e tecnologiche del futuro, che già irrompono all’interno della macchina amministrativa.
Da un’intervista recentemente rilasciata al Sole 24 Ore da Pasquale Criscuolo, Direttore generale del Comune di Parma, emerge che la sfida e l’applicazione di uno dei più noti strumenti digitali, quale l’Intelligenza Artificiale al servizio della Pubblica Amministrazione, è possibile: in altre parole è ammissibile, come avviene per esempio nel Comune di Genova, prevedere uno strumento di supporto alle decisioni della PA basato su dati e confronti urbani con altre città. Ma è anche possibile prevedere un assistente digitale che possa facilitare la ricerca e la condivisione di informazioni in più lingue per cittadini e turisti.
La prospettiva, quindi, è quella di investire ancor di più in formazione e competenze digitali per la Pubblica Amministrazione, ma con uno sguardo attento e partecipe alle imminenti sfide del futuro, quali l’intelligenza artificiale, la cybersicurezza, il metaverso, che devono essere conosciute e integrate all’interno dei piani strategici della PA, per portare “successi” a servizio dei cittadini.