Skills blog

Il valore delle soft skills nell'attuale mercato del lavoro

Scritto da La redazione di Skills | 31/01/24 12.01

Le chiamano abilità personali o competenze trasversali, più comunemente citate con la terminologia inglese soft skills, letteralmente “competenze morbide” quasi a sottolineare la loro capacità di modellarsi insieme alla persona che le possiede. Ma cosa sono realmente e perché nel mercato del lavoro tutti ne vanno a caccia? 

Cosa sono le soft skills?

Le soft skills possono essere definite come una serie di capacità interpersonali che influenza in maniera diretta le modalità con cui le persone interagiscono con gli altri e, di conseguenza, come si pongono nell’ambiente di lavoro. Sono definite anche “human skills” proprio per evidenziarne le caratteristiche personali che, a prescindere dalla tipologia di lavoro e dal ruolo che si ricopre, fanno parte di ogni persona in quanto ne connotano la sfera personale e relazionale.  

Nel mondo del lavoro di oggi, condizionato dalla trasformazione digitale e dall’entrata a gamba tesa degli strumenti di IA e segnato dalla rivoluzione di alcune professioni, l’esistenza delle soft skills e in particolare di alcune come la flessibilità, il pensiero critico-analitico, il pensiero laterale, l’intelligenza emotiva, competenze di prerogativa dell’essere umano, risulta sempre più indispensabile. 

Le soft skills possono dimostrarsi la vera carta vincente delle persone per inserirsi o reinventarsi nel mondo del lavoro di oggi; infatti, sono fortemente tenute in considerazione dai datori di lavoro perché dimostrano l’abilità e la capacità di adattarsi e di mutare con il mutare del contesto professionale e aziendale. Inoltre, sono fondamentali per collaborare in modo efficiente con i colleghi e per interagire in maniera efficace con i clienti e con tutti gli stakeholder.  

Tutti possediamo delle soft skills e le sviluppiamo nel corso del tempo anche e soprattutto con il coltivare delle nostre passioni e dei nostri interessi.  

Tuttavia, si può certamente affermare che qualsiasi individuo sia in grado di acquisire e perfezionare nel tempo nuove competenze trasversali, purché ci sia uno sforzo consapevole e una pratica continua.  

 

Quali sono le soft skills più rilevanti?  

Non esiste una risposta univoca in quanto tutte sono da considerarsi rilevanti e la loro importanza può variare a seconda del contesto di riferimento.  

Si possono citare alcune a titolo di esempio:  

  • Flessibilità. La flessibilità è la capacità di accogliere le novità e di adattare i propri pensieri e atteggiamenti, di modificare il proprio comportamento o stile di lavoro per adeguarsi alle situazioni e ai continui cambiamenti tipici dell’epoca contemporanea. Nel mondo del lavoro può essere sintetizzata come la adattabilità al lavoro e alle sue trasformazioni

    È l’abilità di adeguarsi a nuovi contesti, non solo lavorativi ma anche relazionali ed è una delle soft skills più imprescindibili nell’attuale panorama lavorativo in quanto un alto grado di flessibilità presuppone anche un alto grado di tolleranza e una buona capacità di comprendere e apprendere dai propri errori. 

    In un team di lavoro la presenza di persone flessibili genera un clima molto costruttivo e sempre aperto alle novità.

    Ma si può allenare la flessibilità? L’adottare comportamenti quali osservare le persone e i contesti che ci circondano, provando a riconoscerne i dettagli; oppure, l’aprire le porte alle novità sfidando tutti i dogmi e i concetti prestabiliti e il mettersi nei panni degli altri, possono certamente contribuire a sviluppare la flessibilità. 

  • Strettamente connesso alla flessibilità è il digital mindest, cioè la predisposizione mentale ad affrontare tutte le innovazioni digitali con entusiasmo, riuscendo a percepirne le opportunità, senza farsi prendere dallo sconforto e senza reagire con un netto rifiuto. 
    Il principale nemico dal quale fuggire è il mostro del “abbiamo sempre fatto così” che in questa fase storica potrebbe costare molto caro. Basterebbe lasciar andare gli schemi classici e non smettere mai di mettersi in gioco.  

  • Pensiero critico e pensiero laterale. Il pensiero critico- analitico può essere definito come la capacità di analizzare le situazioni, interpretarle e valutarle in modo efficiente e obiettivo, può essere anche definita come la capacità di esaminare una situazione e di assumere una posizione personale in merito. La capacità analitica è una soft skill molto particolare e di fondamentale importanza in quanto permette di affrontare e risolvere i problemi in modo innovativo ed efficace.

    Corollario del pensiero critico è il pensiero laterale, cioè l’abilità di pensare fuori dagli schemi, il cosiddetto think out the box. È la capacità di guardare le cose da un’altra prospettiva per affrontare le situazioni con atteggiamento rivoluzionario.

    Allenare il pensiero critico e il pensiero laterale non è certamente qualcosa di semplice in quanto è indispensabile lasciarsi trasportare dalla curiosità, dalla voglia di informarsi e non farsi sopraffare dalla noia e dalla paura di fare domande e di uscire fuori dalla propria zona di comfort.

    Per non scomodare un colosso del cinema internazionale “È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva”.  

  • Intelligenza emotiva. Dare una definizione precisa ed univoca di intelligenza emotiva è un compito quanto mai difficile. 

    Può essere definita come la capacità di un individuo di riconoscere, discriminare, identificare, etichettare nel modo appropriato e, conseguentemente, gestire le proprie emozioni e quelle degli altri allo scopo di raggiungere determinati obiettivi. Essa non va confusa con la mania del controllo e la volontà di reprimere le emozioni che nascono dentro di noi. L’intelligenza emotiva riguarda la capacità di utilizzare le emozioni come strumenti o risorse utili per agire, senza farsi travolgere o trasportare, dunque senza abituarsi a reagire impulsivamente agli eventi. 

    Uno degli autori più autorevoli in merito all’intelligenza emotiva è Daniel Goleman che la definisce come una serie di abilità dell’individuo necessarie all’istaurazione di relazioni positive con gli altri. Tali competenze, tuttavia, non sono innate, ma possono essere apprese, sviluppate e migliorate al fine di raggiungere prestazioni lavorative e di leadership importanti. Goleman, pertanto, fa dell'intelligenza emotiva uno strumento fondamentale nell'ambito del successo lavorativo.

    Come si può accrescere l’intelligenza emotiva? Lo sviluppo dell’intelligenza emotiva richiede un grande sforzo di autoanalisi, di autoconsapevolezza e soprattutto di accettazione di se stessi e di comprensione delle proprie emozioni. Un compito quanto mai arduo se pensiamo a quanto siamo severi con noi stessi la maggior parte del tempo. 

Nonostante la loro intangibilità, appare evidente che le soft skills siano diventate molto importanti per poter emergere in un mercato del lavoro sempre più competitivo e ricco di sfide. Vivendo in un’epoca caratterizzata da rapidi mutamenti, dove il ventaglio delle hard skills viene stravolto ogni giorno ed esse da sole non bastano, e dove anche la vita delle nuove tecnologie è breve, l'imprescindibilità delle competenze trasversali appare sempre più evidente sia nei contesti lavorativi e sia nella vita di tutti i giorni.