Siamo oramai nel corso del terzo anno di attuazione del PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: il documento strategico predisposto dal governo italiano che ha permesso l’accesso ai fondi del Next Generation EU (NGEU). Al centro del Piano erano stati posti l’innovazione e la digitalizzazione del sistema produttivo italiano per il rilancio dell’economia nazionale e dell’intero Sistema Paese. Ma cosa è stato effettivamente realizzato?
Cosa prevede il PNRR
Il 13 luglio 2021 il PNRR dell'Italia è stato definitivamente approvato e recepito della Commissione europea. La Decisione contiene un allegato con cui vengono definiti, in relazione a ciascun investimento e riforma, precisi obiettivi e traguardi, cadenzati temporalmente, al cui conseguimento si lega l'assegnazione delle risorse su base semestrale.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), infatti, si articola in 16 Componenti, raggruppati in 6 Missioni che recepiscono e riflettono gli assi strategici e prioritari:
M1. Digitalizzazione, Innovazione, Competitività e Cultura
M1C1: Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA
M1C2: Digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo
M1C3: Turismo e Cultura 4.0
M2. Rivoluzione verde e transizione ecologica
M2C1: Agricoltura sostenibili ed economia circolare
M2C2: Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile
M2C3: Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici
M2C4: Tutela del territorio e della risorsa idrica
M3. Infrastrutture per una mobilità sostenibile
M3C1: Investimenti sulla rete ferroviaria
M3C2: Intermodalità e logistica integrata
M4. Istruzione e Ricerca
M4C1: Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido all’università
M4C2: Dalla ricerca all’impresa
M5. Inclusione e Coesione
M5C1: Politiche per il lavoro
M5C2: Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore
M5C3: Interventi speciali per la coesione territoriale
M6. Salute
M6C1: Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria e territoriale
M6C2: Innovazione, ricerca e digitalizzazione del Sistema Sanitario Nazionale
Il 13 agosto 2021 la Commissione europea, a seguito della valutazione positiva del PNRR, ha quindi erogato all'Italia 24,9 miliardi a titolo di prefinanziamento (di cui 8,957 miliardi a fondo perduto e per 15,937 miliardi di prestiti), pari al 13% dell'importo totale stanziato a favore del Paese.
Il 23 dicembre 2021 il Governo ha presentato al Parlamento la prima Relazione sullo stato di attuazione del PNRR e il 13 aprile 2022 la Commissione europea ha versato all'Italia la prima rata da 21 miliardi (10 miliardi di sovvenzioni e 11 miliardi di prestiti), a seguito della valutazione positiva sugli obiettivi del PNRR che l'Italia doveva conseguire entro il 31 dicembre 2021.
Il 27 settembre 2022 la Commissione europea ha espresso una valutazione preliminare positiva sul raggiungimento degli obiettivi e dei traguardi previsti per il primo semestre del 2022, ai fini dell'erogazione della seconda rata di 21 miliardi.
PNRR, innovazione e formazione
Nell’ambito della Missione 1 – Componente 2 “Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo”, è stato finanziato il piano Transizione 4.0 con una dotazione finanziaria di 13,381 miliardi di euro (a cui si aggiungono 5,08 miliardi di euro del Fondo complementare) e l’obiettivo di sostenere la trasformazione digitale delle imprese incentivando gli investimenti privati in beni e attività a sostegno della digitalizzazione attraverso il riconoscimento di un credito di imposta a fronte di: acquisto di beni materiali; acquisto di beni immateriali 4.0 (es. software avanzati); acquisto di beni immateriali tradizionali (es. software di base); attività di R&D&I; attività di formazione 4.0. I beni materiali e immateriali 4.0 soggetti al regime di incentivazione sono specificati nei due Allegati (A e B) predisposti dall’allora Ministero dello Sviluppo economico.
Nell’edizione 2022 (basata su dati 2021 e, in minor misura, 2020), dell’indice DESI, pubblicato ogni anno dalla Commissione europea, relativamente alla dimensione dell’integrazione delle tecnologie digitali nelle attività d’impresa, l’Italia si è classificata ottava, prima tra i grandi Paesi europei (Spagna undicesima, Germania sedicesima, Francia ventesima). Più del 60% delle imprese risulta aver investito in tecnologie digitali quantomeno di base, in maniera relativamente significativa. Performance tanto più notevole se si considera che, pur registrando progressi rispetto alle edizioni precedenti, l’Italia non è andata oltre il diciottesimo posto complessivo, risultando ampiamente sotto la media europea sia sulle competenze digitali che sull’e-government, mentre è andata meglio per la connettività, grazie soprattutto all’aumento della copertura 5G. A incidere positivamente sul buon risultato del sotto-indice relativo all’integrazione delle tecnologie digitali l’uso della fatturazione elettronica, il ricorso al cloud e la percentuale di PMI con almeno un livello base di intensità digitale. Certamente si può e si deve fare ancora meglio ma i risultati fin qui ottenuti non appaiono trascurabili, soprattutto dato il contesto complessivo.
In particolare, dopo la pandemia Covid-19, che ha impresso una forte accelerazione al passaggio verso il digitale la chiave di volta per la crescita e la sostenibilità economica passa dalla trasformazione dell’organizzazione del lavoro attraverso un grande piano di reskilling per i lavoratori.
La formazione come strumento per l'innovazione e la digitalizzazione aziendale
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Affianchiamo le aziende che operano all’interno del sistema economico e produttivo nazionale nell’adozione e implementazione di tutti gli investimenti tecnologici che modificano in modo radicale i prodotti o i processi aziendali. Tali investimenti sono infatti inevitabilmente connessi alla necessità di formazione e riqualificazione dei lavoratori che necessitano di essere supportati con lo sviluppo di nuove competenze nel processo di innovazione in atto nella propria azienda.
In particolare, gli avvisi promossi da Fondi Interprofessionali che hanno ad oggetto lo sviluppo delle competenze tecnologiche e digitali sono numerosi e costanti, riproponendosi annualmente. Nell’ambito di questi avvisi, noi di skills mettiamo a disposizione di aziende e lavoratori un’esperienza decennale e una struttura organizzativa di qualità.
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