Ricercare, riscoprire, guardare con occhi e lenti nuove il mondo del lavoro. Con queste parole possiamo riassumere il senso e il tema dell’incontro “Le migliori condizioni per coniugare lavoro, crescita professionale, vita privata e sociale”, tenutosi lo scorso 22 Agosto, al Meeting 2024 di Rimini.
Il convegno ha messo al centro del dibattito il delicato e ormai attuale tema dell’equilibrio tra lavoro e vita personale, tematica quanto mai sentita in un contesto lavorativo sempre più dinamico e complesso.
Esaminiamo più da vicino le riflessioni emerse durante il convegno
L’Italia, dopo il timore iniziale di un’ondata di licenziamenti nel periodo post-pandemico, sta vivendo una fase positiva dal punto di vista occupazionale, con un tasso di occupazione che ha raggiunto il 62,2%, il più alto mai registrato. Tuttavia, questo dato rimane tra i più bassi d’Europa, dove la media è del 70,2%, i Paesi Bassi guidano la classifica con un tasso di occupazione pari all’82,4%.
Durante il convegno di Rimini sono emerse questa e altre criticità legate al tema lavoro, esposte anche nell’ultima ricerca di Randstad e Fondazione per la Sussidiarietà.
Il primo punto analizzato riguarda il difficile ingresso dei giovani e delle donne nel mondo del lavoro.
Sebbene il tasso di occupazione di queste categorie sia cresciuto, è ancora lontano dai livelli europei. In particolare, la disoccupazione giovanile in Italia si attesta al 18%, rispetto all'11,3% della media UE.
Inoltre, si evidenzia una crescita preoccupante di giovani sovra-istruiti rispetto alle posizioni che occupano: il 39% degli under 30 italiani è in questa situazione.
Il secondo punto, molto critico, è il diffondersi, negli ultimi anni, del cosiddetto “lavoro povero”, ossia un lavoro che offre un salario insufficiente per il mantenimento della famiglia. In Italia il tasso di lavoratori poveri è di circa l’11% contro una media dell’UE dell’8,2%, attualmente il lavoro povero è definito con un reddito di circa 11.100 euro/anno. A ciò si aggiunge la piaga del part-time involontario, che contribuisce ulteriormente al problema.
In questo contesto socio - lavorativo, si assiste sempre di più al fenomeno delle grandi dimissioni. Questa tendenza accentuatosi durante e, soprattutto, dopo la pandemia, è stata ridefinita "grande rimescolamento”: le persone cambiano lavoro non si dimettono per smettere di lavorare, ma per cercare un posto di lavoro migliore.
I lavoratori cercano posizioni che rispondano meglio alle loro esigenze attuali: un miglior equilibrio tra vita privata e lavoro (aspetto cruciale, in particolare per le donne), atmosfera di lavoro piacevole, una retribuzione e benefit più elevati, percorsi di carriera ben definiti e opportunità di crescita professionale, aspetto molto rilevante per i giovani.
Ma a queste esigenze, come rispondono le imprese?
Secondo una ricerca effettuata su più di 5 milioni di annunci di lavoro, le imprese oggi rispondono con una maggiore attenzione ai benefit, all’equilibrio vita-lavoro, ad investimenti e supporto alla carriera, alla formazione continua. Il mondo del lavoro e i soggetti che lo compongono sono in continuo mutamento. Stiamo assistendo a diversi e importanti cambiamenti, che ci stanno portando a ripensare e riscoprire, con un senso di curiosità e innovazione, un nuovo significato di lavoro e di lavorare oggi.
L’Organizzazione Internazionale del Lavoro ha dato una nuova definizione del lavoro. Dal 20 ottobre 2023, il Lavoro è definito come tutto quello che facciamo quando non dormiamo e non ci curiamo, riconoscendo, pertanto, che anche il lavoro non retribuito contribuisce al benessere della persona e della società. Tale definizione contrasta con il comune senso del lavoro legato al mercato, alla produttività e alla remunerazione.
È quindi fondamentale analizzare, comprendere e osservare attentamente un mercato del lavoro in costante evoluzione. Oggi più che mai, è importante guardare al lavoro da una prospettiva nuova, che includa anche il valore delle persone e del capitale umano.