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La Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale: tra i pilastri, la formazione

Idee per il futuro

Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale 2024-2026

30 lug 2024

A pochi giorni dalla pubblicazione dell’AI Act sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea e dall’inizio delle audizioni in commissione al Senato della Repubblica per il disegno di legge sull’intelligenza artificiale, è stata pubblicata la Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale 2024-2026.

Il documento, redatto da un Comitato di esperti con il supporto di una Segreteria Tecnica istituita presso l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), ha lo scopo di supportare il governo nella definizione di una normativa nazionale e delle strategie relative a questa tecnologia. Il Comitato, coordinato dal professore di informatica Gianluigi Greco dell’Università della Calabria e presidente di AIxIA (Associazione Italiana per l’intelligenza artificiale) ha messo a punto un piano strategico con l'obiettivo di guidare lo sviluppo dell'IA nel nostro Paese in modo responsabile e inclusivo

Il piano strategico si articola su quattro assi principali: Ricerca Scientifica, Pubblica Amministrazione, Imprese e Formazione, sostenuti da infrastrutture adeguate e un sistema di coordinamento e monitoraggio efficace. Oltre a definire azioni strategiche, la strategia propone un sistema di monitoraggio della sua attuazione e un’analisi del contesto regolativo.

La visione della Strategia è quella di un grande progetto unitario che coordini gli sforzi di tutti gli attori coinvolti. Questo approccio mira a favorire un sistema di regole coerenti con principi etici e di responsabilità sociale. L'Intelligenza Artificiale è vista come una leva fondamentale per potenziare la produttività delle imprese, migliorare l’efficacia della Pubblica Amministrazione, ottimizzare i processi e ridurre gli errori, migliorando al contempo la qualità dei prodotti e dei servizi offerti. Inoltre, l'IA promette di abilitare nuovi approcci innovativi nel campo della salute e delle cure mediche, garantendo una prevenzione più capillare, diagnosi più precoci e trattamenti più efficaci. La tecnologia IA mira anche a migliorare l'esperienza dei cittadini nel rapporto con le istituzioni, fornendo un supporto prezioso nei processi educativi e di apprendimento, contribuendo al miglioramento della qualità della vita delle persone e alla gestione sostenibile delle risorse, ottimizzando l’uso dell’energia e delle materie prime. È anche considerata un elemento determinante per garantire la sicurezza nazionale e la difesa del Paese.

Per quanto riguarda la ricerca scientifica, la strategia prevede ingenti investimenti sia nella ricerca fondazionale che in quella applicata. Si punta a consolidare le iniziative esistenti come il Partenariato Esteso sull’IA e a promuovere la collaborazione tra diverse competenze, finanziando progetti di natura interdisciplinare e ambiziosi progetti blue-sky. Un aspetto cruciale è il sostegno a un piano straordinario per trattenere e attirare i talenti, per mantenere la competitività nel contesto internazionale. L'obiettivo è anche di sviluppare modelli multimodali nazionali che rispondano pienamente ai valori e alle regolamentazioni europee, focalizzandosi su specifici domini applicativi dove l'Italia detiene un vantaggio competitivo. La ricerca applicata sarà guidata dalle esigenze del breve periodo, articolandosi in iniziative co-progettate da partenariati pubblico-privati che possano avere un impatto concreto sul tessuto produttivo e imprenditoriale, focalizzandosi sui contesti dal maggiore valore economico e sociale per l'Italia.

La Pubblica Amministrazione rappresenta un'altra area chiave della strategia, con l'obiettivo di sfruttare appieno le opportunità offerte dalle nuove tecnologie per migliorare l'efficienza e ottimizzare la gestione delle risorse pubbliche. La strategia prevede il finanziamento di progetti pilota su scala nazionale e il supporto alle singole amministrazioni per realizzare soluzioni e applicazioni di IA interoperabili e con standard funzionali adeguati. È fondamentale evitare la frammentazione delle soluzioni e promuovere un approccio strutturato e sistematico. L'IA può rendere più efficienti le attività interne della PA e fornire servizi più vicini alle esigenze dei cittadini, semplificando i processi amministrativi e migliorando l'accessibilità e la trasparenza dei servizi pubblici.

Il sistema delle imprese italiane, con la sua vocazione all'eccellenza di processo e di prodotto, è chiamato a giocare un ruolo centrale nella rivoluzione dell'IA. La strategia prevede il supporto all’ecosistema delle imprese centrato sull’IA, promuovendo lo sviluppo di nuove soluzioni e applicazioni, e sostenendo la capacità delle imprese di porsi in sinergia con le università e i centri di ricerca. Si punta anche a creare un ambiente favorevole per lo sviluppo di start-up innovative, con fondi dedicati e iniziative per rafforzare il sistema ICT. Parallelamente, si intende valorizzare il ruolo delle imprese che non operano direttamente nello sviluppo di soluzioni tecnologiche ma che beneficiano delle innovazioni per migliorare la loro catena del valore. La trasformazione digitale richiede un nuovo approccio operativo aziendale, centrato sulla trasformazione dei dati in insight, azioni e decisioni, e sull'uso di sistemi di IA per abilitare nuovi processi.

La formazione è un altro pilastro fondamentale della strategia. La Strategia Italiana per l'IA mira a creare un ecosistema favorevole alla formazione continua, promuovendo percorsi educativi sull’IA nelle scuole e università, e finanziando progetti che incentivano il ritorno in Italia di professionisti del settore, con l’obiettivo ambizioso di rendere l'Italia un centro di eccellenza nell'IA, capace di attrarre talenti e competere a livello globale. L'IA richiede elevate competenze professionali per sviluppare e gestire algoritmi e sistemi complessi, e l'Italia deve affrontare il problema della carenza di tali competenze. È necessario un grande piano per rafforzare, integrare e diffondere la conoscenza dell’IA e delle competenze digitali nel sistema educativo, dagli Istituti Tecnologici Superiori (ITS) alle università, con particolare attenzione ai dottorati di ricerca. Inoltre, è essenziale implementare programmi di reskilling e upskilling per aggiornare e riqualificare i lavoratori, sia nel settore pubblico che privato, per renderli utilizzatori consapevoli delle nuove tecnologie. L'obiettivo è evitare processi di digital divide che potrebbero minare la coesione sociale ed economica del Paese. È fondamentale promuovere percorsi formativi di alfabetizzazione sull’IA nelle scuole, diffondere informazioni e sensibilizzare la società sulle implicazioni etiche dell’IA.

Per sostenere queste quattro direttrici, la strategia prevede il potenziamento delle infrastrutture necessarie per lo sviluppo e l'adozione di sistemi di IA, come la creazione di un repository nazionale per la condivisione e il riuso di dataset e modelli. Inoltre, sarà istituita una Fondazione per l’IA sotto la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con la responsabilità del coordinamento delle azioni strategiche, della gestione di un fondo dedicato e del monitoraggio dell'implementazione della strategia.

In sintesi, la Strategia Italiana per l'Intelligenza Artificiale 2024-2026 rappresenta un piano integrato e ambizioso per posizionare l'Italia all'avanguardia nel campo dell'IA.

Con un approccio sistematico e coordinato, la strategia mira a migliorare la competitività internazionale del paese, ottimizzare i processi della Pubblica Amministrazione, sostenere l’innovazione nelle imprese e garantire una formazione adeguata per le nuove generazioni e la forza lavoro attuale.

Funzionerà? Dipende da molti fattori, primo tra tutti la capacità delle istituzioni di tradurre le intenzioni in fatti concreti, ma anche dalle sinergie che si genereranno tra i vari attori in campo, imprese, università e sistema finanziario inclusi. Nel nostro piccolo, faremo la nostra parte - soprattutto sul pilastro formazione - e seguiremo con estrema attenzione le evoluzioni.

Scritto da

Pier Camillo Falasca
Pier Camillo Falasca

Advisor per le relazioni istituzionali di Enzima12

L’obiettivo del mio lavoro per Enzima12 è provare in pochi minuti a spiegare a un interlocutore (a volte attento e a volte no) cosa fanno le società del gruppo Enzima12, quali idee hanno per il futuro del lavoro e della formazione, quali criticità normative o regolatori incontrano e come possibilmente risolverle.

Laureato in economia delle amministrazioni pubbliche e delle istituzioni internazionali all’Università Luigi Bocconi di Milano, esperto di analisi delle politiche pubbliche, giornalista e autore di saggi.

Ho lavorato come responsabile economico dell’ufficio legislativo di un gruppo parlamentare dal 2010 al 2013, consigliere economico presso il Ministero degli Affari Esteri dal 2014 al 2018, consigliere economico e politico del Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale dal 2021 al 2022.

Sono responsabile per le relazioni istituzionali dello Euro Gulf Information Centre (centro di informazione sui rapporti tra l’Europa e i paesi del Golfo Arabo), collaboro con alcune riviste e quotidiani come Il Foglio, Linkiesta, Strade. 

Siccome sogno ancora di cambiare il mondo, non mi sottraggo mai all’attivismo politico e sociale. Accumulo stampe e litografie di arte contemporanea, non avendo alcun talento personale per le arti figurative.

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