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Formazione 5.0: la trasformazione del lavoro attraverso la formazione

Formazione finanziata

La trasformazione del lavoro con Formazione 5.0

31 gen 2024

Formazione 5.0 rappresenta uno dei tre moduli su cui si incentra il piano Transizione 5.0. Nel mese di novembre 2023 la Commissione Europea ha dato il via libera alla proposta italiana di modifica del PNRR con l’integrazione del RePowerEU e 6,3 miliardi per il Piano Transizione 5.0. Il piano prevede incentivi articolati in tre moduli: uno per l’efficienza energetica, uno per l’autoconsumo e uno per la formazione.

In attesa del decreto attuativo che disciplinerà i dettagli del piano Transizione 5.0 entro gennaio 2024

Il governo italiano ha pianificato di destinare fondi consistenti per sostenere la Transizione 5.0 per le imprese. Secondo Unioncamere, si prevede un investimento di 12 miliardi di euro per i prossimi due anni, come parte dell'asse strategico di Industria 5.0.

Questi fondi sono finalizzati a sostenere le imprese nell'adozione di tecnologie digitali e nella transizione verso un'economia più sostenibile.

Le misure includono incentivi e contributi a fondo perduto per favorire gli investimenti in tecnologie digitali, impianti di autoproduzione, autoconsumo e formazione del personale. Inoltre, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede ulteriori 6 miliardi di euro per sostenere gli investimenti delle imprese, inclusi quelli legati all'agricoltura e all'energia rinnovabile.

Queste iniziative mirano a promuovere la competitività e la sostenibilità delle imprese italiane in un contesto di rapida trasformazione tecnologica ed ambientale.

Il decreto che renderà operativo il piano Transizione 5.0 è atteso per gennaio 2024 e conterrà le informazioni necessarie per l'attuazione del piano e l'utilizzo dei fondi previsti, insieme a un pacchetto di "aggiornamento" del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

 

Il nuovo paradigma produttivo dell’Industria 5.0

L’Industria 5.0 è una prospettiva innovativa che promette di ridefinire i paradigmi della produzione.

Se c’è una costante nella realtà industriale, è la sua capacità di reinventarsi. Negli ultimi anni, l’evoluzione tecnologica ha guidato la trasformazione del settore, portando all’emergere di concetti sempre più avanzati, tra cui l’Industria 5.0.

È fondamentale comprendere le differenze tra l’Industria 4.0 e la 5.0 per cogliere appieno l’evoluzione in corso. Mentre la quarta rivoluzione industriale ha introdotto l’automazione e l’interconnessione delle macchine, la quinta va oltre, focalizzandosi sulla collaborazione tra l’uomo e il robot.

Questa nuova fase non rappresenta semplicemente una continuazione cronologica della precedente, ma ne costituisce un completamento e un ampliamento: la personalizzazione, il benessere dei lavoratori, la formazione e lo sviluppo, e l’impatto sociale positivo sono tutti elementi centrali dell’approccio umanocentrico dell’Industria 5.0.

L’obiettivo è coinvolgere non solo le aziende, ma anche l’ambiente e i lavoratori. Le organizzazioni integrano efficienza e produttività con un impegno verso il pianeta e le persone, generando benefici diffusi.

In questo modo si avvia un cambiamento di approccio aziendale, con temi come il bilancio sociale, la sostenibilità ambientale e le politiche ESG che sono già centrali.

 

L’importanza strategica della formazione

Per realizzare le condizioni più favorevoli al proprio sviluppo, l’Europa necessita di una piena condivisione di una visione strategica che favorisca modelli di sviluppo sostenibile.

In questa frontiera, l’Italia può svolgere la sua funzione nella consapevolezza delle sue caratteristiche strutturali: un sistema economico di piccola-media impresa, da potenziare sotto il profilo dell’elevato contenuto tecnologico, un sistema professionale già oggi contraddistinto da competenze altamente qualificate, che sappia collocarsi nel contesto europeo, sfruttando le opportunità che questo può mettere a disposizione.

Proprio le professioni, infatti, sono un acceleratore dello sviluppo e anche a questo segmento devono essere date le possibilità di inserirsi nei piani di sviluppo supportati da fondi, in particolare per la formazione.

Il passaggio all’Industria 5.0 richiede un cambiamento sostanziale nelle competenze e nella formazione dei lavoratori per affrontare le nuove sfide e sfruttare le opportunità offerte da questa rivoluzione. È necessario che il sistema educativo e i programmi di formazione professionale si adattino per fornire le skill richieste in un ambiente di lavoro sempre più digitalizzato e interconnesso. Le competenze tecniche specifiche, come la programmazione, la gestione dei dati e la competenza nell’uso di tecnologie emergenti diventano fondamentali.

L’accento posto sulla sostenibilità e sull’economia circolare supporta inoltre la creazione di nuovi ruoli professionali dedicati all’efficienza energetica, alla gestione delle risorse e al riciclo.

Allo stesso tempo, l’Industria 5.0 valorizza anche capacità trasversali, quali il pensiero critico, la creatività, la capacità di risolvere problemi complessi e la collaborazione, essenziali per lavorare efficacemente a fianco delle tecnologie avanzate.

Inoltre, la formazione continua e l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita diventano imperativi per garantire che i lavoratori possano rimanere al passo con le mutevoli esigenze del mercato. Le aziende stesse devono assumere un ruolo attivo nello sviluppo delle competenze dei propri dipendenti, investendo in programmi di formazione e riqualificazione che facilitino la transizione verso nuovi ruoli all’interno dell’organizzazione.

In sintesi, l’Industria 5.0 ha il potenziale di riconfigurare il panorama occupazionale, favorendo l’emergere di un mercato del lavoro più resiliente, dinamico e in linea con i valori di un’economia più umana e rispettosa dell’ambiente.

 

Le opportunità per le imprese: cosa può fare Skills per te

Adattarsi ai cambiamenti richiesti dall’Industria 5.0 non è solo una questione di acquisizione di nuove conoscenze, ma implica anche un cambiamento culturale che valorizzi l’innovazione, la flessibilità e una mentalità aperta al cambiamento continuo.

Nell’ambito dei nuovi investimenti previsti dal piano 5.0 sarà concesso un credito d’imposta commisurato alle spese sostenute, alle imprese che investiranno in formazione del personale sulle competenze specifiche per la trasformazione in corso. I fondi stanziati saranno 630 milioni di euro.

Noi di Skills operiamo in qualità di fornitori scelti dalle aziende, avendo i requisiti richiesti per la formazione continua sull’intero territorio nazionale. 

Siamo in grado di garantire attività consulenzialisoluzioni gestionali e che nel corso degli anni ci hanno portato a gestire oltre 4000 Progetti formativi, con un portfolio di circa 2000 aziende e un team composto da circa 50 professionisti, che consentono alla società, ad esigenza, di poter rispondere a specifiche e specialistiche necessità di formazione e consulenza delle imprese e degli enti clienti.

professionisti che operano in Skills e che sono a presidio delle diverse aree operative sono tutti in possesso di certificati e specifiche qualifiche professionali che ne attestano le competenze l’esperienza, e si sottopongono periodicamente a corsi di aggiornamento e di approfondimento, in linea con la visione aziendale del lifelong learning, a garanzia della qualità e della professionalità dei servizi erogati ai propri clienti.

Scritto da

La redazione di Skills
La redazione di Skills

La redazione di Skills è un team di professionisti specializzati nel campo della formazione e del lavoro. Composto da esperti provenienti da diverse discipline, il gruppo condivide una missione comune: informare e guidare i lettori attraverso le opportunità della formazione finanziata e delle politiche attive del lavoro.

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